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Arrivava il carnevale ma io non ne ero molto felice. Mio padre, operaio e unico lavoratore in famiglia, si spezzava la schiena per fornirci tutto il necessario ad una vita piacevole e normale. L'acquisto di cose effimere, come un costume carnevalesco completo, esulava dal pensiero comune dei miei. Al massimo un cappello, una clava di plastica fischiettante ad ogni colpo sulle teste dei malcapitati. Osservavo i miei amici ostentanti i loro travestimenti mentre io mi presentavo con un patetico vestito da indiano con un copricapo auto costruito e vestiti malconci per emulare le fiere popolazioni d'America. Il freddo impediva di calzare i mocassini, ma neanche quelli figuravano nel mio guardaroba. Ben presto prevalse l'orgoglio, mi rifiutai di fare sempre brutte figure, cominciai a mascherarmi da "uomo invisibile" evitando le feste di carnevale, proponendo percorsi creativi e alternativi. Ma le giostre no. Esse si dimostravano più democratiche e popolari. I ricchi potevano permettersi più giri ma a me ne bastava uno soltanto per toccare il cielo con un dito. Mio padre mi accompagnava a Torino, in piazza Vittorio. Si arrivava nel primo pomeriggio, facevamo tutto il giro della piazza osservando luci e colori, musiche e urla di divertimento. Mi diceva "scegline due" e io misuravo lentamente i desideri e le paure. Mi piaceva salire in alto per poi scendere vorticosamente, mi piaceva vedere quei palazzi antichi dalla loro altezza, provare l'emozione del cuore in gola quando l'otto volante sembrava schizzare verso la follia. Potevo fare solo un paio di giri ma li assaporavo come fossero eterni. Il tempo si dilatava, le lacrime d'emozione scendevano copiose, alla fine dalla corsa avevo sempre le gambe molli e tanta riconoscenza per quel padre che era rimasto a terra ad aspettarmi ma che non mancava mai di regalarmi emozioni.

Questo è un servizio che non finirò mai, e lo dedico a chi non ha mai perso la gioia e le emozioni del fanciullo che è stato.

1 Risposta

  1. Ciao Max, da uomo invisibile hai scelto una professione che è l’esatto opposto. Bella scelta di vita. Adoro la foto Parigi 2008 e New York 2014.

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